Tutto l’universo di Google, con le sue galassie principali – Google AdSense, Google Analytics e Google Search Console – è croce e delizia.
Da un lato, ci permette di monitorare i risultati della nostra presenza online, ci aiuta a capire dove migliorare e ci fa anche guadagnare.
Dall’altro, ci bombarda di avvisi ed errori, tenendoci in bilico tra la tentazione di chiudere gli occhi e ignorare, e la frustrazione di non sapere come disinnescare l’esplosione imminente.
In questa guida vediamo le problematiche più comuni per il tuo account di Google Adsense, Analytics e Search Console, i consigli facili e veloci per risolverle.
Non voglio che tu ti senta l’unico sfigato o l’unica incapace che non sa dove mettere le mani: passiamo tutti per le stesse difficoltà, te lo assicuro!
Consiglio comune per problemi di accesso agli account Google
Se cerchi di visitare uno dei tuoi account Google e ti trovi davanti il messaggio “Non hai i permessi per accedere a questa proprietà”, per esempio:
Niente panico, le soluzioni possono essere due:
- ti sei collegato o collegata con l’account Google sbagliato.
Può succedere, soprattutto se ne hai più di uno. Se ti fa comodo avere l’accesso con più account Google di tua proprietà (o di qualcuno di cui ti fidi e che collabora con te), aggiungi un nuovo utente come amministratore dell’account.
Ecco come fare:
Per AdSense: vai in Account > Accesso e autorizzazioni > Gestione utenti e clicca su + Nuovo utente
Per Analytics: vai su Amministrazione > Gestione dell’accesso alla proprietà o (all’account, se vuoi dare i permessi per tutto l’account) e poi clicca sul +.
Per Search Console: vai in Impostazioni > Utenti e autorizzazioni e seleziona Aggiungi utente.
- stai usando un link salvato nella cronologia del tuo browser ed è rotto o non più funzionante.
Può succedere dopo un po’ che usi questi percorsi automatici. Allora, prova a scrivere su Google “AdSense login” o “analytics login” e a far accesso da lì, utilizzando l’account Google corretto.
Problemi con Google AdSense
- Partiamo dall’incubo peggiore: il blog ti avvisa che puoi provare a collegare Google AdSense, ma poi l’associazione ti viene rifiutata con motivazioni molto generiche.
Nell’ultimo anno, Google AdSense è diventato molto più diffidente, e possono volerci anche diversi tentativi prima di riuscire a ricevere l’agognata approvazione.
Prima regola: la costanza paga.
Non avere fretta: richiedi l’associazione, aspetta la risposta, se negativa, continua a produrre contenuti di qualità e concentrati su ciò che puoi migliorare e poi riprova.
Qualche consiglio che sappiamo essere stato vincente:
- non trascurare il menu: deve essere sempre presente, ed è importante ci sia anche la voce HOME in prima posizione.
- Cura l’aspetto del logo o header del tuo sito, che sia una immagine di buona qualità, non sgranata.
- Non mettere i titoli degli articoli o ricette in grassetto, vengono percepiti come spam.
- Crea una buona quantità di contenuti prima di provare l’associazione, affinché Google AdSense abbia un po’ di materiale su cui basarsi.
- Linka i contenuti pubblicati fra di loro, per creare un percorso di navigazione.
- Non lesinare sulle informazioni: assicurati di scrivere articoli o ricette approfonditi. È sul testo che Google si basa per posizionare e valutare il tuo sito.
Se hai già Google AdSense collegato, potresti trovarti a fronteggiare una o tutte queste richieste:
- Avviso sellers.json “Ti invitiamo a pubblicare le informazioni sul venditore nel file sellers.json di Google”
Puoi seguire la guida sul nostro tutorial, è molto semplice.
- Avviso TC IAB “Abbiamo rilevato un problema con la tua stringa TC di IAB su uno o più dei tuoi siti o delle tue app“.
99 su 100 è un errore che si andrà a risolvere da solo. Se vuoi fare un controllo clicca su Vai al consenso dell’UE e scarica il report con l’errore: se si tratta di un errore 3.3 accompagnato da qualche decina o un centinaio, per esempio 20, 40, 60, o anche 120, non è nulla di cui preoccuparsi.
- in Siti l’ads.txt appare Non autorizzato.
Anche qui non c’è nulla di cui preoccuparsi: abbiamo confermato la validità dell’ads.txt con i consulenti di Google AdSense e piano piano la dicitura Non autorizzato verrà corretta su tutti gli account.
- periodicamente Google AdSense ti propone di attivare annunci a piena larghezza.
Gli annunci a cui Google AdSense si riferisce sono gli annunci automatici, formati banner che, se attivati, vengono posizionati automaticamente nei punti del tuo sito in cui possono rendere di più. Il problema è che possono modificare il layout del tuo sito e portare a un posizionamento peggiore nei risultati di ricerca. Per questo noi consigliamo di tenerli spenti e di attivare solo gli annunci Vignetta. Nell’approfondimento sugli annunci automatici ti spieghiamo come.
Ricorda: tutti gli avvisi di Google AdSense ti appariranno direttamente sul tuo account Google AdSense, non sul blog.
Problemi con Google Analytics
Da luglio 2023 le proprietà Universal Analytics (UA) smetteranno di accumulare dati e verranno sostituite dalle nuove Google Analytics 4 (GA4).
Il grande dilemma di questi giorni: hai creato la nuova proprietà GA4?
Anche se l’hai già fatto, potresti vedere sul tuo account Analytics un grosso conto alla rovescia e una configurazione guidata.
Cosa fare?
- se hai già creato la proprietà GA4, controlla di averla collegata al blog con Monsterinsights.
Se è tutto ok, ignora il conto alla rovescia e vivi serenamente. Anzi, approfittane per scoprire i report più utili per capire da dove arriva il traffico e quali sono i contenuti più visitati.
- Se hai, invece, solo una proprietà UA e nessuna GA4, creala seguendo il tutorial completo su Analytics.
- Se non hai mai creato un account Analytics, puoi seguire questa guida.
Attenzione: riconosci una proprietà GA4 non perché abbia la parola GA4 nel titolo, ma perché ha un codice solo numerico, diverso dalla vecchia proprietà che inizia con UA.
Se per sbaglio hai creato più di una proprietà GA4, controlla qual è la proprietà che hai collegato al blog tramite Monsterinsights, segnati il suo codice numerico e cancella le altre per non andare in confusione.
Puoi cancellare una proprietà su Analytics, dopo aver scelto dal menu a tendina la proprietà da eliminare: vai su Amministrazione, poi clicca su Impostazioni > Proprietà > Dettagli proprietà, e poi seleziona Sposta nel cestino, in alto a destra.
Come eliminare l’avviso di configurazione guidata
Se hai già creato una proprietà GA4 come da nostro tutorial e lo hai collegato al blog, puoi seguire questa procedura per evitare di continuare a vedere quell’avviso. L’importante è disporre di almeno il ruolo Editor per la proprietà Universal Analytics di riferimento.
Vai sul tuo account Google Analytics in Amministrazione, e seleziona la tua proprietà Universal Analytics.
Nella colonna Proprietà, fai clic su “Assistente alla configurazione GA4″ e in fondo alla pagina, disattiva l’opzione £Configura automaticamente una proprietà Google Analytics 4 di base”.
Così eviterai prossimi avvisi e proprietà GA4 create a tradimento.
Problemi con Google Search Console
Search Console è più spudorato e viene a cercarti direttamente nella casella di posta. Più comunemente ti segnala:
- avvisi non critici, per esempio informazioni mancanti nei tuoi formati custom (ricette, top list, o tutorial).
Non sono mai errori gravi, da risolvere immediatamente. Sono suggerimenti per migliorare il tuo contenuto agli occhi di Google.
Search Console ti segnalerà qual è il contenuto a cui si riferisce e quali sono le informazioni mancanti.
Se hai dubbi, puoi scrivere sul gruppo. Se vuoi approfondire per tua conoscenza personale, trovi un elenco di avvisi spiegati sul sito ufficiale per gli sviluppatori.
- Problemi di indicizzazione, per esempio Esclusa in base al tag no index, o Rilevata ma attualmente non indicizzata.
Questo tipo di avvisi sono visibili direttamente su Search Console, da Indicizzazione > Pagine url e possono sembrare preoccupanti: perché ho tutti questi url non indicizzati? C’è qualcosa che non va con il blog?
Al 99% la risposta è no, va tutto bene.
È normalissimo che in un sito ci siano tanti url non indicizzati e un numero minore indicizzato, perché tutti i “doppioni”, per esempio i link interni al blog – li riconosci perché contengono “wp-admin” o “wp-login” –, quelli dei post in modifica o in anteprima, oppure gli url modificati dai browser dei social, per esempio Facebook, da AMP (che terminano con /amp/) o dal Feed RSS (che finiscono con /feed/) non ha senso vengano presi in considerazione.
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